Secondo la Cassazione (ordinanza 4 gennaio 2019, n. 98), nel caso in cui si versi in una situazione di inadempimento contrattuale di appalto, spetta all’appaltatore che agisca in giudizio per ottenere il pagamento del corrispettivo l’onere della prova dell’esatto adempimento della propria obbligazione, nel momento in cui il committente abbia eccepito l’inadempimento.
Specifica la Suprema Corte che, in tema di inadempimento del contratto di appalto, le disposizioni speciali dettate dal legislatore attengono essenzialmente alla particolare disciplina della garanzia per le difformità ed i vizi dell’opera, assoggettata ai ristretti termini decadenzialì di cui all’art. 1667 c.c., ma non derogano al principio generale che governa l’adempimento del contratto con prestazioni corrispettive, il quale comporta che l’appaltatore, il quale agisca in giudizio per il pagamento dei corrispettivo convenuto, abbia l’onere – allorché il committente sollevi l’eccezione di inadempimento dì cui al terzo comma di detta disposizione – di provare di aver esattamente adempiuto la propria obbligazione e, quindi, di aver eseguito l’opera conformemente al contratto e alle regole dell’arte.
Cass. Civ., ord. 4 gennaio 2019, n. 98